Hacker, attenzione ai cybercriminali che si fingono Microsoft. Cosa sappiamo


Negli ultimi mesi, sono state individuate oltre 5.000 email inviate da un account di posta elettronica difficilmente distinguibile da quello ufficiale del colosso di Redmond

firma email wapp 3

In rete è stata scoperta una nuova truffa innescata da un gruppo di criminali che si finge Microsoft per ingannare gli utenti. A rivelarlo è un recente studio di Check Point Harmony Email & Collaboration che ha scovato una banda di hacker che è riuscita ad affinare le proprie tecniche prendendo di mira gli utenti Microsoft con email che non si riescono a distinguere da quelle ufficiali. Scopriamo come.

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Che tecnica hanno usato questi hacker?

Negli ultimi mesi, sono state individuate oltre 5.000 email inviate da un account di posta elettronica che è praticamente non distinguibile da quello ufficiale di Microsoft. Il più di queste sono state, infatti, realizzate con un livello di dettaglio tale da ingannare anche i più attenti. Cadere nella trappola può voler dire compromettere i propri dati e dare l’accesso a informazioni sensibili, spianando la strada a furti di identità, ransomware (che bloccano i computer) e imbattendosi in altre gravi conseguenze. Per proteggersi, secondo i ricercatori, è fondamentale prestare massima attenzione ad alcuni dettagli. Ecco quali.

Come scampare al pericolo?

Tra i consigli dei ricercatori, in primo luogo, c’è quello di verificare l’indirizzo email del mittente, che spesso imita quello legittimo ma presenta piccole discrepanze. Inoltre, è sconsigliato cliccare su link presenti nell’email perché questi potrebbero condurre a false pagine di accesso, create appositamente per rubare le credenziali. Spesso i truffatori cercano, infatti, di indurre un senso di urgenza per spingere le vittime ad agire senza riflettere. Un altro campanello d’allarme può essere la presenza di errori grammaticali o di ortografia, poco probabili in una comunicazione ufficiale di Microsoft. Infine, come fatto presente a più riprese, gli utenti dovrebbero adottare l’autenticazione a due fattori, mantenere aggiornato il software antivirus e antimalware, essere scettici di fronte a richieste di informazioni personali e segnalare le email sospette.

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