Strava, infortunio sulla privacy: perché l’app di jogging ha “permesso” di spiare gli spostamenti di premier e capi di Stato?


Era già successo nel 2018, con il caso delle basi militari non più così segrete. L’inchiesta di Le Monde riapre il caso sulla piattaforma dei runner

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Strava ci ricasca: la piattaforma utilizzata da runner in tutto il mondo anche per condividere percorsi e risultati sportivi personali è di nuovo finita al centro di uno scandalo come segnalato da Le Monde. La testata francese ha pubblicato un’inchiesta nella quale emerge che le guardie del corpo del Presidente Emmanuel Macron, di diversi presidenti USA e perfino del presidente russo Vladimir Putin non starebbero utilizzando come dovrebbero l’app, esponendo i capi di Stato alla possibilità che qualcuno intercetti i loro movimenti o sappia dove alloggino. Sulla stampa è già stato definito il caso degli StravaLeaks.

Strava: cosa è successo con il presidente Macron?

Secondo quanto ricostruito da Le Monde, diverse guardie del corpo di Macron lo avrebbero esposto a pericoli dal momento che utilizzano l’app ogni volta che vanno a correre durante le pause di lavoro. Non premurandosi di impedire la condivisione online dei percorsi che fanno, hanno commesso un’ingenuità non da poco: le loro corse possono infatti suggerire che nelle vicinanze ci sia il capo dell’Eliseo, in un hotel magari.

I problemi in questo caso sono due: da una parte la questione riguarda i singoli, dal momento che molto spesso ciascuno di noi non è pienamente al corrente di quanto i propri dati, geolocalizzazione compresa, vengano condivisi online attraverso un’ignara autorizzazione; dall’altra c’è un tema legato a Strava, finita nuovamente al centro di uno scandalo legato alla privacy come accaduto diversi anni fa.

Strava: cosa era successo con le basi segrete?

I fatti risalgono al 2018 quando, guardando le mappe globali messe a disposizione da Strava, con i percorsi degli utenti ben evidenziati, qualcuno ha notato tracciati in mezzo al nulla. In quel caso diversi soldati avevano inavvertitamente condiviso i propri allenamenti lungo i perimetri di basi segrete. La vicenda non è dunque risolta nel 2024 anche se come segnala The Register il problema privacy sembra condiviso con altre app dedicate ai runner.

Leggi anche: Che cosa ci insegna il caso dell’app di fitness Strava

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