Direttore del TG3 ed ex direttore generale della Rai, è passato per il Mattino, il TG2, il Messaggero e il TG1. Alcuni segnali che Repubblica stesse per cambiare i vertici si percepivano già da tempo, dal caso Affari&Finanza allo sciopero di settembre
Mario Orfeo, direttore del TG3 ed ex direttore generale della Rai, è stato nominato direttore del quotidiano Repubblica al posto di Maurizio Molinari mentre John Elkann si è dimesso da presidente dell’editore GEDI. Al suo posto entra Maurizio Scanavino mentre a ricoprire il ruolo di amministratore delegato di GEDI, sinora ricoperto da Scanavino, entra Gabriele Comuzzo, già vicedirettore generale del gruppo.
L’ufficializzazione della successione
A dare per primo la notizia è stato il media Dagospia, spiegando che Molinari resterà, comunque, in Repubblica come editorialista e collaboratore. Alla notizia ha fatto seguito un messaggio da parte del cdr di Repubblica, che nella chat di redazione scrive: “Cari, siamo in riunione con il Cdr – si legge nel testo del messaggio, inviato in chat a tutti i colleghi, che l’Adnkronos ha potuto visionare – Visto che Dagospia ha già dato la notizia: Elkann lascia la presidenza di Gedi che viene assunta da Scanavino, amministratore delegato diventa Gabriele Comuzzi (ex vice di Scanavino), da lunedì Molinari lascia la direzione di Repubblica e la direzione editoriale del gruppo Gedi e al suo posto come direttore di Repubblica arriva Mario Orfeo. Molinari diventa editorialista e collaboratore di Repubblica”.
Chi è Mario Orfeo
58 anni e una lunga esperienza come direttore di importanti testate giornalistiche e non solo. Tra il 2017 e il 2018 era stato direttore generale della Rai, dopo aver diretto il quotidiano il Mattino, il TG2, il Messaggero e il TG1. Nel 2020, dopo essere stato scelto per la direzione del TG3, divenne la prima persona ad aver diretto tutti e tre i principali telegiornali del servizio televisivo pubblico. Ma Orfeo ha anche un rapporto di lunga data con Repubblica, avendo fatto parte della redazione del quotidiano dal 1990 al 2002: inizialmente lavorò nella redazione di Napoli, la sua città d’origine, per poi occuparsi di sport e successivamente di politica italiana, fino a diventare caporedattore centrale.
Dal caso Italian Tech Week ad Affari&Finanza
I segnali che Repubblica ultimamente non navigasse in acque tranquille c’erano già da tempo. Solo la scorsa settimana la redazione aveva scioperato per due giorni interi, il 25 e il 26 settembre, per protestare contro quelle che ha descritto come «gravi ingerenze nell’attività giornalistica da parte dell’editore, delle aziende a lui riconducibili e di altri soggetti privati». Il caso, che si è scatenato durante l’Italian Tech Week a Torino, è stato soltanto l’ultimo di una serie di episodi che avevano fatto emergere i dissapori tra i giornalisti di Repubblica e l’editore, fino alla sfiducia, arrivata lo scorso aprile, per un pezzo uscito sull’inserto Affari&Finanza.
“Per denunciare la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile – scriveva in quell’occasione l’assemblea dei giornalisti – approvata a larga maggioranza (164 sì, 55 no, 35 astenuti) una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e proclamato per 24 ore uno sciopero delle firme”. In particolare, il pezzo in questione era un articolo di Giovanni Pons cancellato e sostituito da un pezzo sullo stesso argomento, ma con toni diversi, a firma del vicedirettore Walter Galbiati, che coordina il settore Economia di Repubblica. «Quanto avvenuto è l’ultimo episodio di una serie di errori clamorosi originati dalle scelte della direzione che hanno messo in cattiva luce il lavoro collettivo di Repubblica», era stato sottolineato in quell’occasione.
Ultimo aggiornamento: